Il lutto migratorio ed il disagio dell'espatriato

Parliamo di Lutto migratorio
L'esperienza migratoria di una persona è un evento che, anche quando volontario e supportato da grandi motivazioni, incide profondamente sulla di vita di una persona rappresentando un'esperienza emotiva molto intensa. In tale evento sono necessariamente implicati numerosi elementi legati all'elaborazione di numerose perdite a livello individuale, familiare e sociale connesse alla separazione dal proprio paese di origine, ai legami costituiti durante l'infanzia, al contesto familiare, ai propri riferimenti sociali e culturali sperimentando la perdita profonda dei vincoli con i contesti in cui sono nati e cresciuti, con i punti di riferimento sociali e culturali.
Nonostante sia un tema di cui si parla poco, i fenomeni di disagio legati ad esso sono diffusi tra coloro che vivono un trasferimento e l'intensità e la pervasività di essi ha portato diversi autori a mettere in relazione i sentimenti di perdita e sradicamento con il dolore del lutto, da qui la terminologia "lutto migratorio".
Il lutto è inteso come lo "stato psicologico conseguente alla perdita di un oggetto significativo, che ha fatto parte integrante dell'esistenza. La perdita può essere di un oggetto esterno, come la morte di una persona, la separazione geografica, l'abbandono di un luogo, o interno, come il chiudersi di una prospettiva, la perdita della propria immagine sociale, un fallimento personale e simili".
Joseba Atxotegui (2000) definisce il lutto come «il processo di riorganizzazione della personalità che avviene quando un individuo perde qualcosa di significativo»
Cosa accade dentro di noi in seguito ad un lutto?
Al fine di elaborare la situazione ed abituarsi alla nuova realtà, il nostro cervello comincia a realizzare una serie di adattamenti emotivi e cognitivi per far fronte alla situazione di perdita. Ciò può portare alla manifestazione di sintomi e forme di espressione del disagio come per esempio disturbi d'ansia e del sonno, perdita di appetito, comportamenti disfunzionali legati all'alimentazione, esplosione di rabbia o di tristezza e numerosi altri.
Nel caso del lutto migratorio, spesso, queste espressioni possono non comparire subito. Il trasferimento coincide con un momento animato da grande euforia ed eccitazione, novità, pratiche e situazioni nuove. La nostra attenzione è concentrata su tutto ciò ma quando esso comincia a scemare, solitamente in un tempo di adattamento compreso tra circa 0 e 6 mesi, la persona si ritrova immersa in quella che è la sua nuova routine, fatta di momenti di maggiore calma e ad avere quindi a che fare con tutto ciò che il trasferimento comporta nel concreto.
Quali sono le manifestazione ed i possibili sintomi psicologici del lutto migratorio?
Si parla in questo caso di dolori multipli in quanto il disagio si manifesta in connessione con diversi livelli legati alla vita della persona. Questi possono essere la provenienza da situazioni di disagio economico e finanziario, conflitti legati alla famiglia o alle relazioni personali, situazione di violenza nel proprio paese di origine come anche più semplicemente la ricerca di una situazione lavorativa e di vita più vantaggiosa, condizioni che di per sé possono già aver costituito un terreno di malessere e sofferenza.
Il lutto migratorio è poi un lutto ricorrente in quanto può facilmente riattivarsi tutte le volte che la persona rientra in contatto con quello che ha lasciato e ciò comporta una complessità maggiore soprattutto quando nel nuovo paese si incontrano ulteriori e sostanziose difficoltà. Possono comparire, quindi, delle "fantasie di ritorno" e l'immigrato può essere portato ad idealizzare il proprio paese di origine.
Il linguaggio è uno dei cambiamenti più importanti che si realizza, esso infatti è lo strumento grazie al quale si realizza lo sviluppo dell'individuo durante tutta la vita. La lingua aiuta a percepire la realtà e realizzare i nostri significati come anche la dimensione non verbale della comunicazione, molto importante per ogni cultura, il modo e la possibilità di esprimere le emozioni e i sentimenti, che permettono di tradurre ulteriormente ciò che vogliamo esprimere circa regole, norme e modalità comportamentali.
Tra gli elementi per il quale compare la sofferenza maggiore troviamo il distacco dalla rete familiare e amicale, il contesto culturale e le attività/preferenze personali.
La perdita dell'involucro protettivo rappresentato dalla famiglia priva infatti la persona, più comunemente un giovane anche se ciò può succedere a qualunque età, di quella cornice supportiva e identificativa, elemento di confronto o anche di scontro, che dovrebbe garantirgli continuità e coerenza: la separazione dalla famiglia e dalle figure di riferimento, che generalmente avviene gradualmente, per allontanamenti e riavvicinamenti, per sperimentazioni di autonomia e ritorno alla base sicura, avviene invece in modo drastico e più o meno repentino. Ciò può essere più o meno accentuato, indipendentemente dall'età. E', invece, maggiormente legato al livello di sviluppo emotivo ed affettivo della persona.
Come favorire un adattamento positivo e prevenire il lutto migratorio
Possiamo accorgerci di aver creato false aspettative sul paese di destinazione e che ciò ci abbia portato più facilmente a una delusione nei confronti dello stesso.
Possiamo capire che esse non ci hanno permesso di analizzare nel modo più obiettivo possibile i pro e i contro del paese che ci ha accolto.
Possiamo comprendere che non sia stato consigliabile idealizzare nemmeno il ritorno in patria, pensando che le cose potessero essere meglio di prima.
I fattori di supporto che possono sostenere un adattamento positivo sono molteplici...tuttavia come possiamo far sì che questo momento di forte disagio si trasformi per noi in una grande occasione di apprendimento?
Se mostriamo più attenzione, possiamo comprendere che ciò che ci è accaduto può costituire la leva che ci può spingere non solo a risolvere la difficoltà del momento presente piuttosto a lavorare sugli elementi disfunzionali che ci hanno portato a vivere tale situazione e sul rafforzamento delle risorse in noi presenti che possano nel futuro supportarci nel momento in cui ci ritroveremo di fronte ad un nuovo ostacolo. Affinché tale sostegno sia profondo e duraturo, attuando una modificazione più solida e definitiva delle nostre modalità di affrontare gli eventi, non bastano i consigli e solo in parte possono aiutare.
Un percorso di consapevolezza interiore ci aiuta a comprendere ciò che per noi ha costituito la fonte di disagio, quali strutture disfunzionali hanno influito sulle emozioni ed i sentimenti provati e quali sono state le modalità attraverso le quali la nostra persona ha manifestato tale disagio. Esse, probabilmente formatesi molto tempo addietro rispetto al recente passato, hanno contribuito a creare le condizioni affinché questo evento così significativo per la nostra vita, abbia trovato degli intoppi altrettanto significativi.