Cosa porta una persona ad ottenere ciò che vuole? Che cosa, invece, la ostacola? Vediamo in che modo il setting di terapia e la relazione con il terapeuta favoriscono la crescita personale

Un quesito ricorrente durante i miei colloqui è quello che riguarda quale siano gli impedimenti che sembrano così ostacolarci nel raggiungimento dei nostri obiettivi. Non si intende necessariamente a livello professionale, ma anche nelle relazioni con gli altri o nel raggiungere altri obiettivi personali. di qualsiasi tipo. Molti, immagino pensino siano l'intelligenza, le risorse e le capacità personali a fare la differenza. Bé, queste possono influire ma ciò spesso non basta. Prima di arrivare alle possibile risposte, è importante porsi un'altro quesito:
perché la maggior parte di noi umani non ottiene ciò che desidera?
Perchè molte persone non ottengono ciò che vogliono o si accontentano di stare in una relazione che non li soddisfa realmente?
Soffermatevi a riflettere per qualche momento e provate a rispondere a questa domanda. Pensate ad esempi relativi a voi stessi. Quando in vita vostra non avete ottenuto qualcosa, qual è stata la prima causa di questo...chiamiamolo fallimento? Tutti noi abbiamo più chi meno paura, paura di essere rifiutati, paura di non essere abbastanza bravi a fare qualcosa. Tutte queste incertezze derivano da un unico punto centrale e cioè il dubbio che abbiamo dentro di noi di non essere "abbastanza". "Abbastanza bravi", "abbastanza belli", "abbastanza intelligenti" e così via. Questa insicurezza è il motivo per cui molte persone restano anni e anni in un lavoro che non amano, il motivo per cui molte persone non hanno l'aspetto che a volte desiderano, il motivo per cui guadagnano meno di quello che meriterebbero. È il motivo per cui molti uomini e donne rimangono in relazioni con persone che non amano realmente molto più a lungo di quanto sarebbe loro funzionale. In parte questo riguarda le paure che li bloccano, paura di rimanere senza lavoro, paura di non trovare un altro partner, rimanere soli, paura di essere giudicati negativamente da chi sta loro attorno ma soprattutto perché sono bloccate da un grande impedimento, la paura di cambiare e per questo ancora più raramente agiscono. Sono più concentrati a conservare quel poco che hanno che a cercare di ottenere quello che vogliono veramente, passando la loro intera esistenza a raccontare a sè stesse che non possono fare qualcosa per migliorare la propria situazione, che verranno rifiutate e che falliranno, lamentandosi e autocommiserandosi. Il loro motto è "chi si accontenta gode" e forse si, ma gode poco! Molte persone hanno sempre un sacco di dubbi e sono anche molto brave a prevedere tutti i possibili esiti negativi. Se faccio cosi c'è questo e quel rischio, se faccio così ci sono altri rischi.
In fondo...Provare è il primo passo verso il fallimento! Giusto? Chiaramente no, ma questa ironia funziona bene per dare un'idea di cosa ci porta non provare mai. Spesso poi si cerca la soluzione a rischio zero e visto che questa soluzione nel mondo reale non esiste, per non correre rischi non facciamo nulla.
Il provare a fare qualcosa, qualsiasi cosa, è di fatto un indicatore di successo più forte dell'intelligenza. Spesso questo coraggio consiste semplicemente nel saper chiedere. Le persone audaci pensano a tutto ciò che di positivo può accadere quando le cose andranno bene ed in questo l'audacia, sembra essere la chiave del successo.
La maggior parte di noi si adegua a ciò che è conveniente, accetta ciò che è disponibile e si adegua a ciò che ha davanti. Il risultato è che non finisce per inseguire ciò che vuole davvero. Troppi rischi, troppi sforzi.
Il problema nasce quando viviamo in maniera predefinita. Errore comune è pensare che l'audacia sia qualcosa di cui una persona sia fornita dalla nascita oppure no, la realtà è che l'audacia altro non è che un'abilità come molte altre, che può essere allenata proprio come una qualsiasi altra abilità. Ma come possiamo allora allenare questa abilità? Iniziamo a pensare a ciò che vogliamo nella vita, anche una cose semplice. Ora per ognuno di questi obiettivi facciamo almeno 10 tentativi per ottenerlo. Il problema è che la maggior parte delle persone non fa 10 tentativi, non fa nemmeno un tentativo per paura di fallire. Magari fa uno o due tentativi timidi, giusto per avere la coscienza pulita e poi se non vanno bene, semplicemente abbandona tutto estrapolando qualche scusa per autoconvincersi di aver fatto la scelta giusta. Ora molti di noi potrebbero pensare che 10 tentativi povrebbero non bastare assolutamente. Ma sapete cosa succede durante questi 10 tentativi? Provare e fallire 10 volte, non non significa non aver ottenuto nulla. Significa aver imparato a fallire che è il vero scopo di questo esercizio, ovvero apprendere che fallire dovrebbe essere considerata assoluta normalità. Qualcosa di cui non vergognarsi. Allo stesso tempo avremo guadagnato esperienza e migliorato il nostro approccio all'obiettivo in questione. Tenendo questo approccio attivo non solo otterremo ciò che vorremo ma probabilmente ci predisporremo alla possibilità che si presentino anche altre opportunità di cui non conoscevamo nemmeno l'esistenza. Questa diventa la nuova normalità. Proprio come si allena il corpo, ad essere forte, così si allena il cervello ad essere audace.
E voi, in che campo della vita credete di dover migliorare il vostro approccio? In che campo pensate di aver bisogno di lasciarvi andare un pò di più senza paura di fallire?
Il fatto è, come trovare questa audacia verso se stessi? Come scrollarsi di dosso le paure e le catene del passato che ci attanagliano?
Fondamentale è percorrere un percorso di consapevolezza circa i meccanismi che sono alla base dei nostri schemi, della strada che le nostre emozioni percorrono fino alle nostre cognizioni e che poi danno vita ai nostri atteggiamenti e comportamenti.
E allora qual è il messaggio che sto cercando di trasmettere? Il messaggio è di iniziare a seguire ciò che può portarvi a realizzare ciò che volete e di non di accettare ciò che potete ottenere facilmente.
Per attuare dei cambiamenti dobbiamo provocare quel momento di rottura tra la nostra zona di comfort e il cambiamento, e questo è facilitato da un contesto in cui sentiamo che possiamo permetterci il rischio di esporci e di tirare fuori le nostre paure perchè ci sentiamo in un ambiente sicuro e supportivo, quale ad esempio è il setting di terapia e la relazione stessa che si instaura con il clinico.